L’alta leggibilità (non) esiste? Cosa significa progettare un testo graficamente inclusivo
Il libro «L'alta leggibilità (non) esiste? Cosa significa progettare un testo graficamente inclusivo» di Luciano Perondi indaga il rapporto fra tipografia e leggibilità sulla base dei dati sperimentali disponibili, evidenziando che in materia ci sono poche certezze e molti dubbi, e mettendo in discussione regole date per assodate.
Lettura: 4 minuti
Indice
- Tipografia e leggibilità: poche certezze e tanti dubbi
- Velocità di lettura
- Dimensione del carattere
- Interlinea
- Lunghezza della riga
- Tipografia del libro

Tipografia e leggibilità: poche certezze e tanti dubbi
In che modo la tipografia influenza la lettura? E sulla base di quali evidenze sperimentali possiamo dirlo? Attorno a questo interrogativo ruota il libro L’alta leggibilità (non) esiste? di Luciano Perondi. Quello che emerge dalla ricerca non offre soluzioni definitive: se alcune scelte tipografiche producono alcuni miglioramenti, raramente questi sono su vasta scala. Quasi mai cioè sono validi trasversalmente, ma variano quasi sempre in rapporto al contesto: pubblico, tipo di testo, media.
Il libro mette in crisi molte linee guida date per assodate in molti manuali e corsi. Confesso che anche alcune mie certezze si sono incrinate. Ma questo non significa che il libro non offra indicazioni pratiche sulle scelte possibili. Anche il dubbio ha un valore: ci invita alla cautela.
Si conosce veramente poco sul rapporto tra tipografia e lettura, molto poco di quello che si conosce è significativo (Luciano Perondi).
Luciano Perondi, l’autore del libro, è d’altra parte un militante che la tipografia la pratica sul campo. Disegnatore di caratteri e grafico, vanta una lunga esperienza sia come professionista sia come docente. Di Luciano Perondi avevo già recensito il bellissimo Sinsemie. Come Sinsemie, anche L’Alta leggibilità (non) esiste? è un libro che incarna esso stesso i principi che espone. Anche se in molti casi non ci sono risposte definitive, il libro prova comunque a tracciare una via. Di fronte a tanti altri libri e autori che parlano parlano ma non si sporcano mai veramente le mani, l’operazione di Perondi ha un valore enorme. I suoi libri sono una gioia per gli occhi e per la mente.
Velocità di lettura
La velocità di lettura è una degli strumenti più usati per misurare la performance di lettura in generale, cioè sia la leggibilità sia la comprensibilità di un testo. Tuttavia, anche se la velocità di lettura è una misura abbastanza rappresentativa, il suo rapporto con i vari aspetti della leggibilità e con la comprensibilità resta da indagare. La velocità di lettura andrebbe quindi abbinata ad altre misure per fornire un quadro attendibile.
Dimensione del carattere
La dimensione del carattere è forse l’elemento che impatta maggiormente sulla performance di lettura. Tuttavia anche in questo caso occorre cautela. La dimensione del carattere ha sì un impatto sulla velocità e sul comfort di lettura, ma l’impatto è meno diretto e lineare di quanto si potrebbe pensare. Gli studi sul linguaggio indicano che la lettura è un processo complesso che non si riduce al riconoscimento delle lettere, e dove entrano in gioco moltissimi altri aspetti.
Per un testo a stampa il range di sicurezza entro cui muoversi è 10-14 pt considerando un font tipo Times (la stessa dimensione in punti può corrispondere a misure assolute diverse nelle diverse famiglie di font; dipende dalla cosiddetta x-height).
Per un testo a schermo, considerando che questo è solitamente a una distanza maggiore rispetto a un libro, il valore di riferimento è 16px. Le testate online più prestigiose usano per il corpo degli articoli font fra i 18 e i 20px. Quindi 16-20 px può essere il range entro cui muoversi su schermo.
I numeri della leggibilità web: righe, spaziature, font
Interlinea
Anche l’interlinea è una variabile che impatta sul processo di lettura, ma in modo più marginale rispetto ad altre variabili. L’impatto è tuttavia più netto nelle persone con dislessia, almeno stando agli studi sperimentali in materia. L’uso di un’interlinea maggiorata può favorire quindi le persone con dislessia senza svantaggiare le altre.
L’interlinea ottimale è 1,4-1,5 volte circa la dimensione del corpo del carattere. Con un carattere di 16 px ad esempio l’interlinea consigliata è 22,4-24 px. Questo è anche il valore raccomandato dalle Web Content Accessibility Guidelines 2.2.
Lunghezza della riga
Righe brevi migliorano significativamente la performance di lettura nelle persone con dislessia, mentre non sembrano avvantaggiare significativamente i non dislessici. Comporre testi con righe brevi può quindi favorire i lettori con dislessia senza svantaggiare gli altri. E se nell’ambito della stampa questa scelta tipografica può avere un impatto sul numero delle pagine e quindi sui costi, su schermo non ci sono vincoli di sorta, e quindi l’uso di righe brevi è raccomandato.
Quanto brevi? Il libro usa righe di 50-60 caratteri in media (Luciano Perondi ha studiato molto la dislessia e è lui stesso dislessico). Su schermo si raccomanda una lunghezza di 45-70 caratteri (ma non so se ci sono studi sperimentali al riguardo). Mantenere le righe sotto gli 80 caratteri è la raccomandazione delle Web Content Accessibility Guidelines 2.2.
Tipografia del libro
Partiamo dalla sovracopertina: è un foglio A2 ripiegato più volte che una volta aperto diventa un manifesto-infografica con la sintesi del libro. Bellissima!
Per il corpo del testo il libro adotta il font Fulmar di Leo Philp, della fonderia di caratteri indipendente Cast. La dimensione del carattere è di 12 pt. La lunghezza media della riga è di 60 caratteri (spazi inclusi). Lo spazio bianco svolge quindi un ruolo importante, per evitare sovraffollamento e favorire ritmo e attenzione.
Un altro aspetto su cui il libro lavora molto è la disposizione spaziale del testo e il rapporto parola-immagine, per creare una sinergia fra i vari elementi testuali e fra testo e grafica. A questo tema era dedicato specificamente il precedente libro di Luciano Perondi, Sinsemie.
Luciano Perondi, L’alta leggibilità (non) esiste? Nomos, 2024. Indice ed estratti nel sito dell’editore