Anatomia di Visit Finland. Riuso e correlazione dei contenuti

Visit Finland funziona come una Lego costruita con un unico mattoncino base, il 'content-type' articolo. Questo consente di generare valore a partire da un’architettura informativa molto semplice, attraverso un riuso virtuoso dei contenuti.

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A partire da febbraio 2022 Visit Finland ha subito un redesign della navigazione e dell’architettura dell’informazione che tuttavia non snatura la logica descritta di seguito. Rispetto al 2021 i content-type ora sono due: gli articoli e i prodotti, mentre resta invariata la classificazione a faccette.

Fare molto con poco. Bilanciare in modo raffinato semplicità e complessità. Sono questi i tratti distintivi di Visit Finland, il sito turistico ufficiale della Finlandia.

Visit Finland è semplice e raffinato allo stesso tempo. Il design è minimalista e i contenuti capaci di farci desiderare davvero un viaggio in Finlandia. Ma quello che mi ha colpito è soprattutto la capacità di generare ricchezza e varietà a partire da un’architettura dell’informazione semplicissima. Così ho deciso di smontarlo per capire meglio come funziona.

Indice

Un unico content-type, molte viste

Visit Finland funziona come una costruzione Lego: l’intero sito è costruito a partire da un unico mattoncino base, il content-type articolo. L’articolo è a tutti gli effetti un post, molto curato e scritto elegantemente, che contiene immagini, video, link. Esempi di articoli sono Le 10 esperienze più belle in Finlandia, Pattinare sul ghiaccio nel sud della Finlandia, Sauna: dieci consigli per principianti.

Il content-type articolo è identificabile sia attraverso la url /articolo/titolo-articolo sia attraverso un’etichetta esplicita prima del titolo della pagina; ad esempio:

<h5>Articolo</h5>
<h1>Le 10 esperienze più belle in Finlandia</h1>
Un esempio di articolo, il content-type base di Visit Finland.

La classificazione a faccette

I vari articoli sono assemblati e richiamati secondo diversi criteri, attraverso un sistema di classificazione a faccette. Tutti i contenuti sono infatti navigabili in base a tre criteri fondamentali – le faccette appunto:

  • Destinazioni
  • Stagioni
  • Esperienze.

Lo schema a faccette è visibile sia nel menu di navigazione principale sia, in modo ancora più esplicito, nella sezione Tutte le attività.

I filtri-faccette di Visit Finland come appaiono nella sezione Il mio viaggio.

Così, ad esempio, l’articolo Pattinare sul ghiaccio nel sud della Finlandia è raggiungibile attraverso:

  • Destinazioni: Regione dei laghi
  • Stagioni: Inverno
  • Esperienze: All’aria aperta.
Il sistema a faccette su cui poggia l’architettura informativa di Visit Finland.

Le pagine di sezione: cornerstone page

Selezionando le varie faccette si atterra in una pagina di sezione che funziona da aggregatore dei vari articoli. La strategia è simile a quella delle cosiddette pillar o cornerstone page usate nella SEO (search engine optimization); un esempio di come architettura dell’informazione e SEO possano andare a braccetto.

Queste pagine sono concepite come una cornice che introduce il tema – la faccetta di volta in volta selezionata – e linka gli articoli pertinenti.

Anche se dal punto di vista del content-type gli articoli non hanno una gerarchia, una gerarchia viene creata a livello di interfaccia in base al posizionamento e allo stile del link all’interno della pagina. Abbiamo

  • articoli con enfasi maggiore linkati attraverso un’immagine a tutta larghezza o uno slider
  • articoli con enfasi minore linkati in fondo alla pagina attraverso la formula “Potrebbero anche interessarti”.
I diversi modi di richiamare e linkare gli articoli nelle pagine cornerstone.

Conclusioni

Visit Finland riesce a generare valore sfruttando un’architettura informativa semplicissima. La classificazione a faccette, in particolare, fa sì che un insieme relativamente limitato di contenuti, gli articoli, venga assemblato in varie combinazioni generando molteplici modalità di navigazione. Un esempio raffinato della complementarietà di semplicità e complessità.

Tutto ciò è anche un esempio di riuso virtuoso dei contenuti e del potere delle relazioni.

La persistenza dei contenuti negli archivi digitali e la possibilità di poterli riutilizzare rappresentano un’enorme possibilità per le redazioni e, in generale, per chiunque utilizza la rete per comunicare. Senza una strategia che distribuisca e armonizzi in maniera adeguata il lavoro umano e il lavoro delegato ai sistemi tecnologici, però, le potenzialità di questa persistenza vengono dissipate. Questa strategia è il principale oggetto dell’architettura dell’informazione (Information Architecture, o IA), la disciplina che cerca il modo migliore di strutturare i contenuti e l’ambiente che li ospita, affinché le persone riescano a trovare le informazioni che cercano, a fruirne nella forma più adatta al contesto nel quale si trovano, e a riutilizzarle inserendole in un nuovo complesso di relazioni con altre informazioni. […]

Nell’attività di progettazione di un sito o un’applicazione, il punto fondamentale da risolvere è dunque definire su quali elementi il sistema farà leva per produrre in automatico liste pertinenti ai desideri e alle necessità delle persone che lo utilizzeranno, suggerimenti per la navigazione, risultati puntuali per le ricerche (Federico Badaloni, Architettura della comunicazione, pp. 74-5, 67).