Claude vs ChatGPT: due stili di scrittura a confronto

Chi vince fra Claude e ChatGPT nella scrittura? Ho confrontato con un esperimento pratico le capacità di scrittura di Claude e ChatGPT: mentre Claude rivela uno stile conciso ma anche più affilato e umano, ChatGPT mostra uno stile didascalico, meno incisivo e più piatto.

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Indice

Scenario

Chi vince fra Claude e ChatGPT nell’elaborazione dei testi? Ho fatto un’esperimento chiedendo a Claude e ChatGPT di aiutarmi nella scrittura della recensione al libro Teoria letteraria per robot: Come i computer hanno imparato a scrivere. Di Claude ho usato la versione 3.5 Sonnet anziché la Opus perché quest’ultima si è comportata peggio nel rispondere al prompt: la Opus sembra più adatta per il codice o per i task complessi. Di ChatGPT ho usato la versione o1.

Il prompt che ho sottoposto ai due large language model è questo:

Sto scrivendo una recensione sul libro “Teoria letteraria per robot: Come i computer hanno imparato a scrivere” di Dennis Yi Tenen. Quali sono gli aspetti più importanti che dovrei toccare? La recensione ha la forma di un post, e è destinata a un blog che tratta di intelligenza artificiale.

Nel paragrafo successivo ho provato a sintetizzare i risultati dell’esperimento. Le risposte al prompt sono subito dopo.

Risultati della comparazione

Claude fornisce una risposta più breve ma che va dritta ai punti salienti del libro: come cambiano i concetti di creatività e autorialità con l’intelligenza artificiale. Viceversa Chat GPT fornisce una risposta più lunga ma anche meno affilata, affrontando questo aspetto solo al quarto punto.

Claude tende a fornire inizialmente una visione d’insieme in forma discorsiva attraverso uno o più periodi, e solo successivamente ricorre all’elenco puntato: è più concentrato ma più incisivo. Al contrario ChatGPT tende ad essere più didascalica nelle risposte: ogni punto è sviluppato in genere attraverso altri punti che toccano l’argomento ma spesso senza andarne a fondo.

In definitiva, la scrittura di Claude è più concisa ma anche più umana, briosa. ChatGPT risulta viceversa enciclopedica ma piuttosto piatta e priva di brio. Ma si può parlare di brio o calore per una scrittura automatica? Tenen, l’autore del libro che ho chiesto di recensire ai due large language model, sosterrebbe di sì, senza scandalizzarsi.

Le risposte di Claude e ChatGPT a confronto

La risposta di Claude è di 212 parole e l’ho riportata per intero. Quella di ChatGPT è invece di 688 parole e per brevità ho riportato solo linizio (237 parole). [Ruota il telefono per leggere le due risposte affiancate].

Claude

Ti aiuto a strutturare una recensione efficace per il libro di Tenen. Ecco gli aspetti chiave che suggerirei di affrontare:

La premessa fondamentale

Il libro esplora come la scrittura computazionale e l’intelligenza artificiale stiano ridefinendo cosa significhi “scrivere” e “essere autori”. Questo è particolarmente rilevante per il tuo pubblico interessato all’IA.

L’approccio interdisciplinare dell’autore

Tenen combina teoria letteraria, informatica e storia delle tecnologie di scrittura. Questa prospettiva unica permette di comprendere meglio sia gli aspetti tecnici che culturali della scrittura automatizzata.

I concetti chiave

  • La “scrittura meccanica” e come si è evoluta dai primi esperimenti fino ai moderni LLM
  • Il rapporto tra regole grammaticali e algoritmi
  • Come i computer “apprendono” a generare testo coerente
  • Le implicazioni per la creatività e l’autorialità

Le questioni etiche e filosofiche sollevate

  • Cosa significa “creatività” quando parliamo di macchine che scrivono?
  • Come cambia il concetto di autore nell’era dell’IA?
  • Quali sono le implicazioni per il futuro della scrittura umana?

Per un blog sull’IA, suggerirei di enfatizzare particolarmente il dialogo che Tenen costruisce tra humanities e scienze computazionali, mostrando come questa intersezione illumini aspetti importanti dello sviluppo dell’IA generativa.

Vorrei suggerirti una domanda: hai già individuato alcuni punti specifici del libro che ritieni particolarmente rilevanti per il tuo pubblico?

ChatGPT

Ecco alcuni spunti chiave e aspetti da considerare nella tua recensione, soprattutto pensando a un pubblico interessato all’intelligenza artificiale e alla creazione automatica di testi:

Idea centrale del libro

  • Metti in evidenza come Dennis Yi Tenen affronta il tema della “scrittura algoritmica” e in che modo articola la sua tesi principale: la scrittura non è soltanto un insieme di regole formali da trasmettere a un computer, ma anche un processo culturale, sociale e interpretativo.
  • Sottolinea l’aspetto teorico-letterario: Tenen prende spunti dal mondo della critica letteraria per comprendere meglio come (e se) le macchine possano “scrivere” in senso pieno.

Interdisciplinarità: letteratura e computer science

  • Evidenzia come l’autore intrecci riferimenti alla teoria letteraria con nozioni di informatica, machine learning e scienze cognitive, offrendo una prospettiva ibrida, tipica degli studi di digital humanities.
  • Mostra in che modo Tenen parli dell’evoluzione di questa disciplina e di come l’analisi testuale computerizzata sia arrivata a influenzare le pratiche di lettura, interpretazione e produzione di testi.

Origini storiche e contesto culturale

  • Un aspetto interessante è la ricostruzione storica: Tenen illustra come la “scrittura automatica” abbia radici che precedono l’era del machine learning, partendo dai primi esperimenti computazionali (ad esempio i generatori di testo combinatorio) sino alle attuali reti neurali.
  • Può essere utile sottolineare come l’autore collochi queste innovazioni in un contesto culturale ampio, in cui i cambiamenti tecnologici dialogano con movimenti letterari, filosofici e artistici.
    [Per brevità ho tagliato il seguito].

Approfondimento della risposta

Dopo la prima risposta ho chiesto sia a Claude sia a ChatGPT di espandere i punti legati alla questione della creatività e dell’autorialità. La risposta di Claude è di 384 parole, quella di ChatGPT è di 815 parole. Anziché riportare per intero entrambe le risposte ho deciso di affiancare la parte iniziale di ciascuna (130 parole circa) per un confronto più immediato.

Claude

Esploro in modo più approfondito le questioni etiche e filosofiche che Tenen affronta nel libro:

La ridefinizione della creatività

Il libro esplora come l’emergere della scrittura computazionale ci costringa a ripensare il concetto stesso di creatività. Non è più sufficiente definirla come una capacità unicamente umana basata su intuizione e originalità. Tenen analizza come i sistemi di IA possano produrre contenuti che sembrano creativi seguendo pattern e regole, sollevando domande fondamentali sulla natura stessa dell’atto creativo.

La dissoluzione dell’autore tradizionale

Il testo affronta la crisi del concetto romantico di autore come genio solitario. Quando un testo è generato da un’IA addestrata su milioni di opere, chi ne è veramente l’autore? L’IA? I programmatori? Gli autori dei testi di training? Tenen esplora come questa “autorialità distribuita” richieda nuovi framework teorici per comprendere la paternità delle opere.
[Grassetti miei].

ChatGPT

Nel libro di Tenen, la questione dell’autorialità diventa uno dei nodi centrali per comprendere come il concetto di “scrittura” muti quando a produrre testi è un sistema algoritmico. Ecco alcuni punti su cui vale la pena soffermarsi per approfondire:

Dissoluzione del soggetto “umano”

  • Tradizionalmente, l’autore è sempre stato considerato un soggetto umano, dotato di intenti, scelte stilistiche e responsabilità sulle proprie parole. Nel caso di testi generati o co-generati da algoritmi, questa figura tende a sfumare.
  • Tenen suggerisce che quando un software “scrive”, non è più semplice attribuire valore creativo o responsabilità a una singola persona. L’autore umano si converte, in parte, in un “curatore”, “programmista” o “insegnante” che istruisce l’algoritmo e ne supervisiona l’operato.
    [Per brevità ho tagliato il seguito].

Bilancio provvisorio

La risposta di Claude è più incisiva, tende ad andare subito agli aspetti cruciali, e è più fluida; quella di ChatGPT è invece più dispersiva, più enciclopedica in senso negativo, e quindi anche più meccanica (v. ad esempio l’abuso dei punti elenco). ChatGPT sembra recuperare un po’ nel momento in cui si chiede di approfondire uno dei temi estratti nella prima risposta.

L’andamento che ho descritto in questo esperimento specifico rispecchia tutta la mia esperienza avuta finora con i due LLM; è il motivo per cui quando devo lavorare con i testi preferisco Claude. Vedremo se ci saranno cambiamenti con ChatGPT o3.