La content strategy e i due assi dell’architettura dell’informazione

Contenuti fatti a pezzi come costruzioni Lego e pezzi ricomposti in forme continuamente nuove: come conciliare queste tendenze che il web sta esasperando? E che impatto hanno sulla progettazione dei contenuti stessi?

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Indice

Aggregare e scomporre: due processi complementari

Un contenuto complesso è una costruzione Lego. Per ottenerla è necessario comporre nel giusto ordine un insieme eterogeneo di mattoncini. Oggi, tuttavia, la costruzione è sempre meno fruita nella sua forma originale: sempre più spesso i mattoni sono smontati, messi in circolo, e riaggregati in forme nuove.

Eppure un edificio non è semplicemente la somma delle sue parti. Come conciliare allora queste due tendenze apparentemente opposte? Aggregare e mantenere le singole unità in un edificio coerente, da un lato; (permettere di) scomporle e ri-aggregarle in forme nuove (diverse da quelle iniziali), dall’altro. Ecco: questi due fenomeni vanno insieme. Vanno cioè concepiti in modo complementare anche da chi progetta, produce e confeziona i contenuti. Una buona architettura informativa – e quindi una buona content strategy – deve abilitare entrambi. Deve permettere cioè di esportare singole parti (o gruppi di parti) della costruzione, ma anche la mappa, le regole che tengono insieme quelle parti facendone un tutt’uno coeso.

E questo, se ci pensiamo bene, permette di risolvere anche tanti dilemmi sul futuro della carta stampata: carta e bit, media tradizionali e nuovi, fisico e digitale non si oppongono ma sono fra loro complementari. Insomma, un contenuto, è un sistema complesso che è più e meno delle somma delle sue parti; è un frattale in cui il tutto è nella parte e viceversa (come il pensiero complesso ci insegna).

Il testo come millefoglie

Luisa Carrada ci invita a pensare al testo come a un millefoglie.

[Il web è] un millefoglie, che ci attrae dalla ciliegina o dal fiocchetto di panna e che poi possiamo assaporare in tutte le sue sfoglie. Scegliete la metafora che preferite, inventatene una nuova, ma cambiate il vostro modo di pensare il testo, sul web e sulla carta. Provate a pensarlo “a strati” (Luisa Carrada, Il mestiere di scrivere, pp. 54-55).

Lo stesso concetto è ripreso da Luisa nel suo blog.

Qualche anno fa le due autrici del sito E-write pubblicarono un articolo che si intitolava Il morso, lo spuntino e il pasto. La metafora mangereccia era per dirci che un testo in rete deve sfamare diversi appetiti: per chi vuole sapere solo la notizia c’è il morso, cioè il titolo. Per chi vuole sapere qualcosa di più, ma alla svelta, c’è l’abstract. Per chi vuole sapere tutto, c’è il testo intero. E infine, per chi vuole un piatto ben condito ci sono le spezie, cioè i link per approfondire e andare oltre. [È importante] organizzare bene i contenuti lungo tanti piani o strati che si espandono in larghezza o scendono in profondità. Da un testo brevissimo, ma informativo e autonomo, a testi più ricchi e profondi (Luisa Carrada, Testi che esplodono, e si ricompongono).

Qualche esempio

Molti editori concepiscono i propri contenuti (articoli, riviste, libri) come ecosistemi: c’è l’intero, cartaceo o digitale, e c’è la componente (articolo, capitolo, immagini…). Come nel millefoglie ciascuno può prendere ciò che vuole, il tutto, la parte e perfino la parte della parte. Ma anche l’editore può ricombinare in modo nuovo questi strati per dare vita a prodotti nuovi.

Si muove in questa direzione il progetto Article of the Future di Elsevier e Cell Press. L’obiettivo è fornire ai lettori modalità di accesso e fruizione differenziate, anche in base alla competenza e all’interesse.
Un abstract grafico permette di comprendere rapidamente il contenuto principale dell’articolo, gli highlights forniscono un elenco puntato dei risultati chiave della ricerca, la figura in primo piano funge da strumento alternativo di navigazione.

I più audaci si spingono anche oltre, dando la possibilità di esportare e ri-aggaregare in modi imprevisti i vari pezzi della costruzione (in fondo il concetto di complessità porta con sé anche quello di impredicibilità). Fra questi, ricordo il progetto BCC Backstage.

Un esempio di giornale che scaturisce da queste idee è Il Post. Il Post è soprattutto costruzione del contesto: il suo valore aggiunto sta cioè nel ricucire in una storia compiuta le notizie apparse nei vari media. Fornire la cornice che manca altrove, come spiega Luca Sofri, direttore del Post.

La cura del contenuto

Tab, scrolling, ritmo

Su desktop, un modo per realizzare e suggerire questa stratificazione del contenuto è la navigazione a schede o tab. Essendo una navigazione interna alla pagina ha diversi vantaggi:

  • permette di mantenere sullo stesso piano i diversi item
  • suggerisce efficacemente l’idea degli strati o punti di vista di un medesimo insieme complesso
  • limita il fenomeno della cecità alla navigazione.

Su mobile, e sugli schermi più piccoli in genere, le tab non funzionano e la scelta della disposizione verticale è obbligata. Tuttavia qui possiamo giocare sull’ordine degli strati: disponendo in modo alternato le varie forme di contenuto (testo, immagine, video ecc.) possiamo generare ritmo. Il ritmo, a sua volta,

  • facilita lo scanning e permette di scegliere di quali elementi fruire e quali no
  • suggerisce una composizione eterogenea, stratificata del contenuto
  • invita allo scrolling.

Linear visual storytelling is possible almost everywhere

Lezioni apprese

Ogni architettura informativa possiede due assi o dimensioni:

  • un asse verticale, che rappresenta le relazioni gerarchiche fra gli elementi di un sistema e stabilisce a quale categoria appartenga ciascun elemento (pensiamo alla classica tassonomia, al palinsesto ecc.)
  • un asse orizzontale che rappresenta le relazioni di contiguità semantica fra elementi appartenenti a differenti categorie (della tassonomia o del palinsesto) o anche a differenti media o canali (carta e bit, fisico e digitale ecc.).

La scomposizione di un contenuto in unità ordinate gerarchicamente fra loro fa riferimento all’asse verticale. La loro ri-aggregazione in forme complesse fa riferimento all’asse orizzontale.