Navigazione a faccette e SEO. Come realizzare filtri efficaci senza penalizzare il ranking

La navigazione a faccette è uno strumento molto potente per migliorare l'esperienza di navigazione, ma se realizzata senza alcuni accorgimenti rischia di penalizzare la SEO, oltre che la user experience più in generale.

Lettura: 3 minuti

Indice

La navigazione a faccette (o faceted navigation) è uno strumento molto potente per migliorare l’esperienza di navigazione delle persone. “Faccetta” è la traduzione impropria dell’inglese facet che significa aspetto, proprietà, e denota una caratteristica di un elemento complesso, sfaccettato appunto. La navigazione a faccette permette alle persone di cercare un elemento attraverso più filtri; di combinare questi stessi filtri per ottenere categorie su misura; oppure di raffinare i risultati di una ricerca.

Nello sviluppo della navigazione a faccette bisogna tuttavia osservare alcuni accorgimenti per evitare ricadute negative sulla SEO. Faccette e SEO non sono in contraddizione, anzi è vero il contrario: le faccette migliorano la user experience e di conseguenza anche la SEO. Ma se la navigazione appartiene all’interfaccia, la SEO ha a che fare con aspetti logici e semantici più profondi; è proprio a questi ultimi che dobbiamo fare attenzione.

Vediamo quindi quali sono le linee guida per realizzare una navigazione a faccette che bilanci le esigenze delle persone con quelle dei motori di ricerca.

Perché la navigazione a faccette può danneggiare la seo

La navigazione a faccette può generare diversi problemi lato SEO:

  • Proliferazione degli URL: ogni diversa combinazione delle faccette-filtri genera un URL unico, creando potenzialmente migliaia di pagine. Se prendiamo ad esempio questo URL: /blog/argomento=seo&attivita=design-navigazione&kos=faccette, la modifica di uno soltanto dei parametri argomento, attività, kos genererà un URL diverso e mostrerà un insieme diverso di elementi nella pagina.
  • Contenuti duplicati: pagine con combinazioni di filtri diverse potrebbero mostrare contenuti molto simili o identici. Ad esempio, questi URL: /blog/argomento=seo&attivita=design-navigazione&kos=faccette e /blog/kos=faccette&argomento=seo&attivita=design-navigazione, seppure diversi, restituiscono gli stessi risultati perché contengono i medesimi filtri (solo in ordine diverso).
  • Dissipazione del page rank: il page rank viene distribuito fra troppe pagine, che entrano in competizione fra loro e riducono l’autorevolezza complessiva del sito.
  • Sovraccarico della scansione: la proliferazione degli URL generati da tutte le possibili combinazioni dei filtri portano a un sovraccarico dei crawler, che sprecano così risorse per analizzare pagine con contenuti quasi identici.

Soluzioni e best practice

Ecco alcune soluzioni ai problemi visti.

Limita l’indicizzazione

Limita l’indicizzazione delle URL con filtri, attraverso i meta tag o il file robot.txt:

  • escludi dall’indicizzazione tutti gli URL con filtri se non hai bisogno che questi vengano indicizzati
  • oppure fai indicizzare solo alcuni URL, ad esempio quelli più frequenti o quelli che ritieni più importanti.

Evita pagine con zero risultati

Evita che le combinazioni dei filtri generino pagine con zero risultati. Questo si ottiene impedendo a livello di interazione che le persone possano combinare filtri che non restituiscono risultati. Questa è fra l’altro una buona pratica di architettura dell’informazione e user experience design prima ancora che di SEO.

Usa l’attributo “canonical”

Indica ai motori di ricerca, attraverso l’attributo rel="canonical", la versione preferita di un insieme di pagine con contenuti simili o identici. La pagina canonica può essere:

  • la pagina di categoria, se esiste: /blog/kos/faccette
  • la pagina foglia, cioè la pagina che contiene l’elemento principale (prodotto, post ecc.); ad esempio, /blog/faccette-seo.

Cura l’architettura degli URL

Altre strategie riguardano la struttura degli URL, strategie che peraltro valgono sempre, non solo nel caso specifico.

  • Usa URL puliti e descrittivi, con parole chiave, senza codici alfanumerici o simboli: /blog/faccette-seo: l’URL deve essere comprensibile all’uomo prima che alla macchina
  • utilizza il carattere standard & per concatenare i filtri nell’URL: /blog/argomento=seo&kos=faccette
  • mantieni un ordine coerente dei filtri nel percorso dell’URL, indipendentemente dall’ordine in cui la persona li ha selezionati; limiterai così la proliferazione di URL: puoi decidere ad esempio che l’ordine di concatenazione dei filtri sia sempre argomento & attivita & kos.

La lezione finale che ci portiamo a casa da questo excursus è che SEO e human-centered design vanno a braccetto, l’una richiama inevitabilmente l’altro.

Per approfondire

Google Search Central, Gestire la scansione degli URL di navigazione per facet