Searching & browsing. Perché non possiamo sostituire il menu di navigazione con un motore di ricerca

Searching e browsing vanno incontro a bisogni diversi e soprattutto a strategie di ricerca dell’informazione diverse: ecco perché non possiamo rimpiazzare brutalmente il menu di navigazione con un motore di ricerca.

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L’inglese to browse, da cui browsing, significa tra l’altro brucare, pascolare: il modo in cui ricerchiamo l’informazione ricalca il modo con cui gli animali cercano il cibo. (Foto: Joe Ambrogio).

Indice

La navigazione tramite motore di ricerca e quella tramite menu sono alleate non competitor: l’una completa l’altra, e ognuna da sola è più limitata che in coppia. Il design dovrebbe concepirle in sinergia.

Specificità del searching

Il searching è la modalità di ricerca dell’informazione che comporta maggior sforzo cognitivo, mentre il nostro cervello tende al minimo sforzo: richiede massima consapevolezza circa l’oggetto ricercato (dobbiamo sapere chiaramente cosa cerchiamo e poterlo specificare a parole); richiede di digitare o dettare ciò che vogliamo cercare. Tutto ciò comporta una maggior fatica, soprattutto sui dispositivi mobili.

Specificità del browsing

Il menu di navigazione è uno strumento per orientarsi prima ancora che per muoversi: serve a comprendere dove ci troviamo, cosa possiamo trovare qui, in che modo sono organizzati oggetti e informazioni. Soddisfa il nostro “bisogno ineludibile di pascolare” (Claudio Gnoli). L’inglese to browse significa infatti, fra l’altro, brucare, pascolare. Il modo in cui cerchiamo informazioni ricalca il modo con cui gli animali cercano il cibo.

Sinergia di searching e browsing

Searching e browsing possono funzionare in sinergia. Dopo aver fatto una ricerca tramite il motore di ricerca, il menu può servire per aggiustare la ricerca stessa o per filtrare i risultati, soprattutto in ambienti ad alta densità d’informazione.

PubMed è un database bibliografico per la medicina. In un sito come questo è naturale cominciare l’interazione attraverso il motore di ricerca: il campo cerca è infatti predominante nella pagina. Ma una volta fatta la ricerca, accanto ai risultati compaiono le faccette, necessarie per filtrare i risultati, che in casi come questo sono migliaia.

Ugualmente, si può fare searching all’interno di un sottoinsieme di item filtrati attraverso il browsing: navighiamo tramite menu fino a una sezione o sottosezione desiderata, e a quel punto facciamo una ricerca mirata all’interno del sottoinsieme selezionato. Etsy, ad esempio, consente di fare una ricerca solo all’interno di una sottosezione come Zaini.

Stili cognitivi

Gli stili cognitivo-comportamentali sono un altro aspetto che interviene nella questione searching vs browsing. Vi sono infatti persone link-dominant e persone search-dominant: vale a dire persone più inclini a navigare attraverso il menu di navigazione; e persone più inclini a navigare usando il motore di ricerca. È una questione di stile di navigazione, di stile cognitivo appunto, che rende le persone più propense a un comportamento piuttosto che a un altro. Lo racconta Steve Krug nel suo libro Don’t make me think (3 ed., cap. 6).

Un esempio: l’evoluzione di Gov.uk

L’evoluzione del sito britannico dei servizi al cittadino, Gov.uk, è emblematico della complementarietà della navigazione tramite motore di ricerca e tramite menu.

molti utenti di GOV.UK preferiscono navigare nel sito attraverso il menu, in particolare se non conoscono un argomento, non sanno cosa cercare o vogliono vedere tutto ciò che è a loro disposizione (Rolling out a new design for browsing GOV.UK by topic)

Nelle prime versioni di Gov.uk, la ricerca aveva più risalto rispetto ad oggi. Nelle versioni successive, fino a quella attuale, si è cercato un maggiore equilibrio fra barra di ricerca e directory in pagina.

Gov.uk nel 2012: la ricerca tende a prevalere sul menu.

Gov.uk nel 2024: è stato ampliato lo spazio dato ai menu.

Tirando le fila

Il searching senza il browsing espone a forti rischi: disorientamento, sovraccarico cognitivo, difficoltà di filtrare i risultati dopo la ricerca. Searching e browsing dovrebbero invece funzionare in sinergia: sono strumenti complementari, non alternativi l’uno all’altro. E questo resta valido anche nell’era dell’intelligenza artificiale. Il nostro cervello evolve molto più lentamente rispetto alla tecnologia: può darsi che fra qualche decennio non avremo più bisogno del browsing, ma oggi resta indispensabile.