Differenze fra tassonomia e navigazione

Tassonomia e navigazione non sono la stessa cosa: comprendere questa differenza è essenziale sia per progettare sia per analizzare qualunque spazio informativo.

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L’iceberg dell’architettura dell’informazione

Il lavoro dell’architetto dell’informazione è in larga misura invisibile perché riguarda la logica profonda di un sistema. Per questo motivo l’architettura dell’informazione è spesso rappresentata come un iceberg: la porzione più consistente è sommersa. Così, le sezioni di un sito o di una app, le etichette usate per nominarle, gli strumenti di navigazione sono solo la punta emergente dell’iceberg. La tassonomia (il sistema di organizzazione dei contenuti), gli algoritmi, le ricerche svolte per progettarli… sono invece la base sommersa dell’iceberg.

Iceberg dell'architettura dell'informazione
L’iceberg dell’architettura dell’informazione.

Prendiamo ad esempio il sofisticato sistema di Netflix: questo è nascosto e non utilizzabile in modo attivo dal pubblico. A sfruttarlo appieno è solo la piattaforma, che lo impiega per suggerire i nuovi film da vedere sulla base di quelli già visti.

Anche nel caso del database bibliografico PubMed, la tassonomia è invisibile. Possiamo inferirne la logica attraverso i risultati della ricerca, ma nulla più. Mentre l’architettura visibile si riduce a pochissimi elementi: la barra di ricerca, alcuni link, il menu in pagina e nel footer.

PubMed
L’architettura “visibile” di PubMed.

Tassonomia e navigazione non coincidono

L’architettura dell’informazione si compone dunque perlopiù di elementi invisibili. I soli elementi visibili sono quelli che emergono a livello dell’interfaccia, tutto il resto rimane nascosto. La navigazione appartiene al piano dell’interfaccia, e è quindi fra i pochi elementi visibili dell’architettura.

Certo, la navigazione riflette in qualche misura la tassonomia soggiacente, ma non coincide con essa. Anzi, in molti casi la navigazione rivela solo parzialmente la tassonomia; in alcuni casi può addirittura nasconderla. I motivi possono essere diversi: nel caso di Netflix, ad esempio, la volontà può essere quella di mascherare la complessità e ridurre al minimo lo sforzo da parte del pubblico; in altri casi la navigazione può privilegiare le sezioni più popolari; in caso di sistemi di organizzazione particolarmente complessi, si può scegliere di mostrare di volta in volta solo una parte di tutte le opzioni possibili (per evitare il rischio di sovraccarico informativo).

Un esempio molto istruttivo di distanza fra navigazione e tassonomia è quello di Tannico: la classificazione a faccette su cui poggia il catalogo dei vini si rivela solo navigando il sito in profondità (oltre il secondo livello) o facendo una ricerca; di primo acchito il menu non suggerisce un sistema a faccette.

Menu di Tannico
Il menu di navigazione di Tannico lascia percepire solo in minima parte il sistema di organizzazione soggiacente.

Confondere tassonomia e navigazione è ancor più rischioso nel caso in cui ci riferiamo non a singoli artefatti ma ad ecosistemi informativi, cioè ad architetture distribuite che coinvolgono più ambienti e dispositivi. In questi casi la tassonomia non riguarda un singolo artefatto, ma è trasversale a molteplici touchpoint. Viceversa, la navigazione, in quanto elemento dell’interfaccia, è sempre specifica di un singolo artefatto, e può differire dall’uno all’altro – una app richiede una navigazione per forza di cose diversa da un sito web desktop.

L’architettura dell’informazione è la spina dorsale del sito; la navigazione si riferisce a quegli elementi dell’interfaccia che consentono agli utenti di raggiungere informazioni specifiche sul sito. A volte alcuni professionisti confondono i concetti di architettura dell’informazione e design della navigazione. Seppure questi concetti sono collegati, e l’architettura dell’informazione influenza la navigazione, architettura dell’informazione e navigazione non sono la stessa cosa. In effetti, l’architettura dell’informazione va ben oltre la navigazione. Nathaniel Davis, in un articolo per UXmatters intitolato Framing the Practice of Information Architecture, si riferisce alla navigazione web come la punta dell’iceberg (Jen Cardello, The Difference Between Information Architecture (IA) and Navigation).

Resilienza

Fra architettura profonda (sistemi di organizzazione e classificazione) e architettura di superficie (navigazione) esistono differenze anche in termini di evoluzione nel tempo e resilienza: l’architettura profonda ha in genere una maggiore stabilità ed evolve più lentamente rispetto all’architettura di superficie. È quanto sostiene la cosiddetta pace-layering theory, un modello nato in ambito architettonico e applicato successivamente anche all’architettura dell’informazione.

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